Chi mi conosce e mi segue qui sa che sono appassionata di fantascienza (vedi Isaac aveva già capito tutto) e che dallo scorso anno c’è una forma che mi ossessiona. Cerchi concentrici, che si vanno ad aggiungere alle spirali. Sempre nello stesso periodo, dalle letture di sci-fi mi sono ritrovata a leggere di fisica e fisica quantistica e così ho iniziato una riflessione sul tempo (che passa, che si misura, che si attraversa…) non soltanto dal punto di vista narrativo ma anche da un punto di vista più scientifico (anche se mi sto tenendo lontana dalle formule, per il momento). Come si collega questo cammino alla mia arte? Ho trasformato la forma che visualizzo e riconosco ovunque in PORTALI PER VIAGGIARE NEL TEMPO… I miei ultimi wine on paper, dipinti a vino, sono cerchi concentrici, cerchi che si inseguono, che formano spirali, imbuti, percorsi. Sono dei disegni ma anche delle immaginarie porte su altre dimensioni temporali.
Funzionano?
Soltanto uno scrittore di storie di viaggi nel tempo vi direbbe di sì. Io invece vi racconto quello che mi è successo il giorno che li ho dipinti, rifiniti con la foglia d’oro e sistemati in fila sulla parete.
Quel pomeriggio un mio amico mi chiede di aiutarlo per recuperare una lettera del nonno scritta su un pezzo di carta arrotolato e fissato con elastici intorno ad un pezzo di ferro sporco di sabbia e terra.
Poche ore più tardi ci ritroviamo nella mia cucina con pentola piena di acqua bollente che produce tanto vapore e setaccio usato come coperchio traspirante e supporto per il nostro delicato reperto. La carta non si srotolava, era un tutt’uno col pezzo di ferro. Il pezzo di ferro era parte di una bomba inesplosa risalente alla seconda guerra mondiale ritrovata nei vigneti dal nonno, che in una data non ben precisata ha riportato quel ricordo su una pagina di calendario e lo ha lasciato in cucina. Esattamente dove il mio amico l’ha recuperato.
Facendo molta attenzione riusciamo a separare la carta dal ferro, la ripuliamo e la stendiamo. Alcune parti della lettera sono perse ma quello che riusciamo a capire è il racconto di un “triste ricordo” di un bombardamento avvenuto nel 1944 e del ritrovamento di una bomba inesplosa nel Settembre 1953, fatta brillare dagli artificieri di Alessandria. Sul retro la pagina del mese di Agosto di un anno imprecisato che, stando ai giorni e ai Santi, dovrebbe essere il 2003, anno in cui il nonno del mio amico ha lasciato la sua testimonianza e l’ha avvolta intorno ad una parte di bomba, forse la sicura.
Al momento di salutare il mio amico l’ho ringraziato per il viaggio nel tempo che mi aveva fatto fare. Grazie Umberto, grazie nonno Sisto.
Complici i portali 😉