Credete ai viaggi nel tempo?
Prima di iniziare a portarvi con me in questo mio ragionamento, affinché non vi sembri completamente strampalato, leggete queste premesse:
- L’Isaac di cui sto parlando è Asimov
- Nel caso non lo sappiate ancora sono appassionata di Fantascienza
- Spoiler Alert: ogni libro, film e serie tv che cito in questo articolo potrebbe essere spoilerato
- Questo brano è una riflessione da lockdawn
- Quando ho scritto ero assolutamente sobria: continuo a dipingere col vino, più che a berlo
Ora che è tutto chiaro posso iniziare.
Nel primo lockdown di Primavera mi sono data alla lettura e alle serie, prevalentemente a tema fantascienza. Dal momento che non potevo viaggiare da un luogo ad un altro avrei esplorato l’argomento “viaggi nel tempo”, teorie, possibilità e paradossi, tra scienza, filosofia e fantascienza.
L’inizio del viaggio
Così tra un Camilleri e un Muzzopappa l’avventura comincia con James Gleick e il suo “Viaggi nel tempo” che in realtà scopro essere un libro di fisica narrata con l’aiuto di riferimenti e citazioni alla letteratura, al cinema, alla filosofia e alla scienza. Qualche passaggio devo ancora capirlo adesso ma il risultato è che all’ultima pagina invece di pensare di aver finito capisco che è solo l’inizio e così, ispirata dalle citazioni contenute nel testo, compro altri libri sull’argomento (o quasi). “La grande storia del tempo” e “Pensare come l’universo” di Stephen Hawking, “Alla ricerca del tempo perduto” di Proust, “La macchina del tempo” di Wells, “La fine dell’Eternità” di Asimov. I viaggi nel tempo sono possibili? Se la fisica si fosse fermata a due secoli fa, direi di no. Ma da Einstein in poi, con la fisica quantistica, mi accoderei a quanti direbbero di sì, anche se non so spiegarvelo. Intanto fuori il lockdown impazza ma io sto viaggiando.
Una strana sensazione
Contemporaneamente a queste letture, mi intrattengo con alcune serie web, che alimentano una riflessione nata dai libri e che adesso sembra prendere forma. Tra un “Coliandro” e un “Last Cop”, “Star Trek – Discovery” guarda caso esplora le conseguenze dei salti temporali, “Altered Carbon” propone un mondo futuro in cui i ribelli combattono contro una élite di immortali, “The protector”, serie turca ambientata in una Istanbul odierna ma anch’essa lacerata da combattimenti tra ribelli e immortali. Cosa c’entrano gli immortali? C’entrano con la percezione del tempo modificata che si vive durante un lockdown, almeno con la mia percezione del tempo. Finito il tempo passato alle grandi pulizie, finito anche il tempo dedicato alle prove da Master Chef, il tempo sembra dilatarsi. Non perché ne ho di più ma perché non c’è la fretta dello spostamento, dell’appuntamento, della scadenza… i video appuntamenti e lo smart working ci danno una parvenza di normalità, di continuità con la realtà pre-lockdown ma non prendiamoci in giro, è tutta un’altra cosa. Elevate questa sensazione all’ennesima potenza e ottenere quello che prova un immortale: carenza di interesse e di aspettative per il futuro dal momento che nulla può fermarli dall’esistere. Se poi gli immortali sono anche ricchi la noia e un pizzico di cattiveria subentrano prepotentemente, ma sono gli ingredienti necessari per fare andare avanti la storia. E gli immortali perdono una lettera e diventano immorali.
Lo spazio-tempo
Il concetto di tempo è strettamente legato al concetto di spazio. Non possiamo spostarci dal punto A al punto B senza che passi un po’ di tempo (a meno che non ci sia la possibilità che io sia contemporaneamente nel punto A e nel punto B, ma questo prevederebbe l’esistenza di realtà parallele e quindi saremmo in uno spazio-tempo diverso non solo in uno spazio diverso… mi sto incasinando lo so!). Durante il lockdown non possiamo viaggiare nello spazio, ma il tempo passa lo stesso, solo che adesso percepiamo questo passaggio in modo diverso. Percepiamo tutta la realtà in modo diverso: ci dicono che per il nostro bene non dobbiamo uscire. In questo modo la diffusione del virus viene tenuta sotto controllo. Tutto viene tenuto sotto controllo, a pensarci bene. Prima che mi diate della complottista sappiate che sì, lo sono ma il termine esatto è complottologa e comunque non mi riferisco a questo adesso, che siamo al secondo lockdown. Tutta questa sicurezza, a cui provvede una mamma invisibile quanto premurosa, tutto questo controllo per il nostro bene è limitante. E’ il “non sudare che poi ti raffreddi”, ma se non sudi è perché non corri, non giochi, non esplori, non ti diverti.
Il principio dell’Infinito
Asimov lo sapeva già nel 1955. Soltanto il presupposto è opposto al mio: mentre per me il viaggio nel tempo rappresenta una via di fuga dall’impossibilità di viaggiare nello spazio – per sfuggire al controllo – nel racconto di Asimov proprio il viaggio nel tempo è lo strumento di controllo. Piccole modifiche alla realtà garantiscono all’umanità una percorso senza sorprese. Ma limitano ogni possibilità di esplorazione dello sconosciuto e con esso di crescita ed evoluzione. In particolare nel libro si fa riferimento ai viaggi nello Spazio (quello vero) che in ogni Epoca in cui vengono sperimentati falliscono (apparentemente per il nostro bene – a detta degli Eterni), relegando l’Umanità alla vita sulla Terra o ad arrivare per ultimi in nuovi mondi già colonizzati da altre vite arrivate prima e quindi ad un’esistenza da dominati in casa d’altri.
Così riporta l’ultima di copertina de “La fine dell’Eternità”:
“In un futuro ancora molto lontano l’uomo ha imparato a viaggiare nel tempo, spostandosi con disinvoltura da un secolo all’altro e organizzando traffici commerciali tra ere diverse. Il viaggio nel tempo permette anche di tenere l’umanità sotto rigido controllo, modificando tutto ciò che potrebbe provocare gravi turbamenti nella storia. A effettuare i cambiamenti sono delegati gli analisti e i tecnici della chiusa casa degli Eterni, gli unici in grado di manipolare passato e futuro. Un giorno però Andrew Harlan, un giovano Eterno, si trova di fonte a una scelta atroce: salvare l’eternità o il suo amore, e non avrà dubbi.”
Nel finale (SPOILER) la fine del sistema di controllo è la soluzione (che farebbe al caso nostro):
(riferito alla macchina del tempo con cui aveva appena viaggiato nel passato) “Quella sparizione, si disse Harlan mentre Noys lo prendeva sottobraccio, segnava per sempre la fine dell’Eternità.
E l’inizio dell’Infinito”.
PS: nella mia cantina c’è sempre vino, state tranquilli. Ma se sentite rumori strani magari sto costruendo una macchina del tempo.
O la sto soltanto dipingendo col vino, Grande Giove!